Il XIX Rapporto ISMU sulle Migrazioni 2013 a Milano: stranieri al passo e italiani all’estero

Non siamo clandestini, siamo i nuovi cittadinidi Paolo Rausa
Un minuto di silenzio in ricordo di tutte le vittime che sulle ‘carrette’ trovano la morte nel mare magnum della disperazione. Il XIX Rapporto ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità, una Fondazione che vede coinvolti la Cariplo, la Regione Lombardia, la Fondazione San Carlo e la Camera di Commercio) sulle Migrazioni inizia con questo segno tangibile di partecipazione e di sgomento in ricordo dei recenti 388 morti al largo di Lampedusa e di tutti gli altri che hanno chiuso in questo modo i sogni di speranza. Qual è oggi la situazione che si presenta davanti ai nostri occhi e quali problemi pone? Le cifre esposte e l’analisi dei problemi hanno cercato di inquadrare il fenomeno e di indicare linee di tendenza degli scenari futuri e soprattutto offrire modalità di risposta. Innanzitutto i numeri eloquenti: i dati riferiti al 1° gennaio di quest’anno ci dicono che la popolazione stimata degli stranieri in Italia è di circa 4 milioni e 900 mila, con un aumento del 6%  sull’anno scorso. Un aumento che non indica un aumento dei permessi rilasciati, anzi questi – 67 mila durante il 2012 – si sono dimezzati rispetto al 2011. Il dato positivo è dovuto al saldo naturale e ai recuperi censuari. La situazione di crisi ha avuto i suoi effetti sulla contrazione del numero di arrivi nel nostro paese. Gli irregolari risultano circa 294 mila (il 6% del totale). Altro dato che viene fornito è il numero di disoccupati fra gli stranieri, 380 mila, 72 mila in più (+25%) rispetto al 2011, soprattutto nel settore manifatturiero e nell’edilizia. Accanto a questa situazione si è verificato un esodo al contrario, il ritorno nei paesi d’origine di almeno 200 mila stranieri, un cifra che si è ripetuta dall’anno precedente. Il dato nuovo che fa discutere è la mobilità interna dei cittadini italiani dal sud nelle città del nord (un fenomeno davvero impressionante che ha coinvolto negli ultimi anni 2 milioni e 700 lavoratori o giovani in cerca di lavoro, destinati ad aumentare in modo significativo) e all’estero, verso gli stati europei, Germania, Inghilterra, Francia, Svizzera, ecc.. I giovani soprattutto, 68 mila, in aumento rispetto ai 50 mila dell’anno scorso e ai 40 mila nel 2010, laureati e non, lasciano il nostro paese per cercare fortuna altrove. Dati complessivi che l’ISMU mette a disposizione del Governo Italiano e della Comunità Europea, chiamata sempre più a intervenire per mettere in atto una politica comune che tenga conto delle difficoltà italiane a fare fronte agli sbarchi clandestini. La macchina predisposta per gli interventi di soccorso e di sistemazione ha previsto 3.000 arrivi, ma i numeri sono saliti a 40 mila arrivi e hanno messo in seria difficoltà le strutture ricettive, come ha riferito Rosetta Scotto Lavina del Ministero dell’Interno. Cosa può fare l’Europa? Innanzitutto smetterla di considerare l’immigrazione un’emergenza – ha sostenuto Stefano Manservisi della Commissione Europea DG Home Affairs. Le previsioni sono di un suo aumento nei prossimi anni. Occorre fare fronte comune e soprattutto considerare l’aspetto dal punto di vista economico, come opportunità di talenti che arrivano in Europa e in Italia. Infine sono stati premiati con dei riconoscimenti per la loro azione di integrazione l’Associazione Gruppo Donne Internazionali di Milano e per l’abnegazione dimostrata Giovanni Assenza, un cittadino di Marzamemi che si è adoperato fino allo stremo per salvare i naufraghi lo scorso Ferragosto, quando un barcone con 164 siriani, di cui 68 bambini e 32 donne, si è arenato al largo di Morghello.

San Giuliano Milanese, 10 dicembre 2013

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