di Paolo Rausa
Una terra di sole, di mare la Calabria, e anche di fatica, di abbandoni per altre terre e altri mari, come scrive Magris. Per altri mari andrò… Terra crudele, di violenza e di sopraffazione, terra ospitale… come tutte le terre del sud del mondo. Come era una volta il Mediterraneo, quando Ulisse approdò nella terra dei ciclopi, non lontana da Riace. L’astuto eroe greco di Itaca prima di presentarsi invocò la legge degli uomini, l’ospitalità, e chiese protezione per loro fuggiaschi posti sotto la tutela di Zeus Xenio, che vigila e accoglie e protegge chi arriva da lontano senza intenzioni ostili. Nelle formule di condanna nei tribunali greci si diceva di un malfattore, per rincarare la dose, che oltre al reato contestatogli non aveva neppure rispettato Zeus Xenio. Era insomma un tipo da abominio. Riace, terra di transiti e di commerci, anche di opere d’arte, di bronzi. Terra di civiltà, di rivolte e di sperimentazioni politiche e sociali, terra di utopie. Accanto Caulonia con la sua repubblica, Locri Epizefiri, Stilo, la città del Sole, con la sua Cattolica. Ecco dove è cresciuto Mimmo Lucano! Che ne può sapere del Sud un ministro cresciuto in un partito che ha fatto dell’odio verso i terroni la sua cifra e che ora per convenienza ha messo da parte, scegliendo il più lucroso odio contro i migranti, un odio ancestrale contro i ‘croceristi’ che fanno la pacchia sulle carrette della morte, i barconi che imbarcano acqua e vanno a fondo con tutto il loro carico di morti, bambini, vecchi, donne e uomini. Tutti in pasto ai pesci. E quando qualcuno, come Mimmo Lucano, sindaco di Riace, riporta in auge quel senso di ospitalità antico e umano, ecco la condanna politica, a cui segue il rigore della legge. Tutto si tiene! La tragedia sta per compiersi. Antigone è rediviva, attendendo la catarsi con la fine della civiltà umana.
San Giuliano Milanese, 8/10/2018